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Gli italiani amano variare a tavola? È il DNA

tavolata.jpgLa scienza ci racconta tantissimo di come siamo e perché abbiamo certi comportamenti, anche a tavola. Gli studiosi, recentemente, analizzando il DNA dei popoli del mondo, hanno individuato almeno 100 geni che influenzano ciò che scegliamo di mangiare. Se si predilige il salato piuttosto che il dolce, se un cibo non c’è mai piaciuto e continua a non piacerci, probabilmente è per via dei nostri geni. Gli studiosi hanno anche categorizzato le persone in base alla capacità di essere più o meno aperti alla varietà di sapori: hanno individuato i “non gustatori” ad un estremo e gli “ipergustatori” all’estremo opposto. I secondi sono quelli che prediligono sempre gli stessi sapori, i primi, invece, cioè i “non gustatori”, a dispetto del nome, sono gli individui che “non gustano” sempre le stesse piatti.jpgpietanze, ma sono aperti alle novità. Ebbene, la maggior concentrazione di “non gustatori” è presente in Italia. Ben 9 su 10 italiani sono aperti e flessibili, e in generale, amando tutte le sfumature (piccante, salato, dolce, amaro etc.) propendono verso una dieta varia e sana. Dei 100 geni legati alle scelte alimentari, alcuni sono legati alle papille gustative, altri governano l’olfatto. Ovviamente non è solo il DNA che governa le opzioni culinarie: cultura, abitudini e ricordi cooperano a farci amare un piatto piuttosto che un altro. Però, se siete buongustai, probabilmente è anche grazie alla genetica.

 

(Fonte: Ulisse, Rai.)


13/11/2014

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